Giovan Pietro Ragona

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Giovan Pietro Ragona (16321692) è stato uno scultore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Giovan Pietro Ragona visse e lavorò a Petralia Sottana nel XVII secolo. È stato uno scultore e intagliatore attivo a Petralia Sottana e nelle Madonie insieme alla numerosa famiglia dei Ragona, che lavorò a diverse opere scultore e pittoriche del '600, periodo molto florido per l'arte in Sicilia. A lui ed alla sua famiglia di artisti sono attribuite diverse opere soprattutto nel suo paese d'origine e nella vicina Petralia Soprana. Giovan Pietro è il più attivo della famiglia, con i fratelli Giuseppe e Michele (o Michelangelo, che fu attivo anche a Caltanissetta[1]) nel ruolo di aiutanti.[2] Spesso erroneamente si attribuiscono solo a Giovan Pietro opere dei suoi familiari che benché poco conosciuti dagli storici e critici d'arte sono degni di nota per le splendide opere scultoree e pittoriche lasciate nelle chiese dei centri Madoniti. La cappella maggiore della chiesa di San Francesco di Petralia Sottana fu affrescata dai Ragona per volere del barone Egidio Pucci che ne acquisì diritto di patronato nel XVII secolo.

La sua prima opera (1655) risulta essere il rifacimento della testa e l'aggiunta di un bambino alla statua di Sant'Antonio da Padova nella chiesa di San Giuliano. L'opera è oggi nella chiesa del Monte.[2]

Elenco parziale delle opere attribuite ai Ragona[modifica | modifica wikitesto]

Motta d'Affermo[modifica | modifica wikitesto]

  • 1674, Immacolata Concezione, commissione di Giovanni Lo Carlo, opera destinata alla chiesa di San Rocco e custodita nel vestibolo dell'Oratorio di San Filippo Neri.[3]

Petralia Soprana[modifica | modifica wikitesto]

Petralia Sottana[modifica | modifica wikitesto]

Giuseppe Ragona[modifica | modifica wikitesto]

Michelangelo Ragona[modifica | modifica wikitesto]

Fratello di Giovan Pietro Ragona.

  • 1668, Fercolo ligneo destinato a processionare la statua dell'Immacolata Concezione di Castel di Lucio.
  • 1669, Fercolo ligneo (salice e pioppo) commissionato dalla società del Santissimo Crocifisso, opera documentata e non più esistente per la processione del Signore della Città di Caltanissetta.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Rosario Termotto e Gabriele Marino (a cura di), Arte e storia delle Madonie, vol. IV-V, Ass. Cult. «Nico Marino», 2016, p. 283.
  2. ^ a b c d e f g Giuseppe Fazio, La cultura figurativa in legno nelle Madonie tra la Gran Corte vescovile di Cefalù, il marchesato dei Ventimiglia e le città demaniali, in Teresa Pugliatti, Salvatore Rizzo e Paolo Russo (a cura di), «Manufacere et scolpire in lignamine». Scultura e intaglio in legno in Sicilia tra Rinascimento e Barocco, Giuseppe Maimone Editore, 2012, pp. 197-211.
  3. ^ Diego Ciccarelli, pp. 19.
  4. ^ Diego Ciccarelli, pp. 18.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN300043166 · ISNI (EN0000 0004 0326 6453 · CERL cnp02074851 · GND (DE1034410474 · WorldCat Identities (ENviaf-300043166